domenica 1 settembre 2019

Dal sogno alla realtà. Intervista a Sabrina



Catanzaro, capoluogo della Calabria, vanta tantissimi negozi sparsi tra il centro storico e la zona sud, ma quasi nessuno di questi può definirsi realmente negozio di Biocosmesi. In centro storico, unico nel suo genere, “rinasce” sotto una veste nuova Artsan, uno tra i negozi storici di Catanzaro più conosciuti. Tramandato di padre in figlia, ora a ridare luce e consapevolezza ai cittadini c’è Sabrina, giovane imprenditrice classe 1982 e appassionata del mondo Bio. Il suo negozio rispecchia quello che è anche lei, una ragazza che crede nei suoi sogni e che ama con tutta sé stessa la natura e la voglia di diffondere nella comunità un pensiero più consapevole e rispettoso. Ho voluto intervistarla, come blogger, come cliente e come amica, per dare il giusto valore a lei ed al suo coraggio di far nascere un negozio che rispecchia una realtà diversa da quella abitualmente trattata dai commercianti locali.
-Ciao Sabrina, sono qua perché voglio farti un paio di domande, sono tanto curiosa di conoscere qualcosa di più su di te e capire cosa si cela dietro la tua scelta aziendale. Mi concedi una breve intervista?
<<Certo Chiara, chiedimi tutto quello che vuoi.>>
-Cominciamo dalla domanda secondo me più importante: da dove nasce la tua passione per il Bio?
<<Tratto il Bio da circa cinque anni, ho introdotto i primi prodotti in negozio esattamente da Ottobre 2014. Avendo la pelle molto delicata, sempre nello stesso periodo, ho cominciato a fare uso personale di prodotti naturali, riscontrando enormi benefici. Cinque anni fa ancora non era ancora in voga l’utilizzo di Instagram come canale di diffusione delle novità sulla biocosmesi o sulla cosmesi in generale, quindi mi sono affidata ad internet e ad un elenco di aziende che mi incuriosivano e che ho cominciato a testare sulla mia pelle. Contemporaneamente, avevo rilevato l’attività di mio padre, andato ormai in pensione, così ho deciso di approfittarne e condividere la mia esperienza all’interno del negozio. Nel 2005 mi sono laureata in economia e piuttosto che portare le mie competenze fuori, ho deciso di investire nella mia città, all’interno di una realtà e di una mentalità comune ancora da sradicare delle vecchie convinzioni, da “risvegliare” dal torpore.>>



-Hai una politica personale per quanto riguarda la scelta delle referenze che tratti nel tuo negozio?
<<Di solito mi piace testare i prodotti nel mio privato prima di proporlo alle clienti; parlo con l’azienda, mi faccio inviare qualche referenza prova e, se mi convince, decido di rivenderlo. Ho fatto così con tutti i marchi che tratto.>>
-Facendo un confronto tra la tipologia di prodotti che ora tratti e quelli che trattava tuo padre notiamo una enorme differenza. Tuo padre è stato anche uno dei primi rivenditori di prodotti di bellezza a Catanzaro, ma all’epoca non vi era la cultura del Bio e tanta consapevolezza/conoscenza degli ingredienti nocivi all’interno di uno specifico prodotto. Ricordo che vendeva principalmente tinte chimiche e prodotti per estetisti.
<<Papà ha iniziato ben 40 anni fa in un tempo ed in un contesto completamente diverso da quello odierno. Se ci pensiamo, a quei tempi non vi era molta consapevolezza sia tra i rivenditori che tra la clientela. Ho cercato anche di introdurre una alternativa alle tinte chimiche per capelli, rivendendo erbe tintorie naturali  che io stessa utilizzo nel privato ed organizzando qualche evento dimostrativo in negozio. Prima la gente non sapeva neanche la differenza tra certificazioni, scelta degli ingredienti, perché evitare petrolati o siliconi più possibile, non avevano proprio la conoscenza di base su nulla. Spesso preferivano a prescindere il prodotto classico perché più economico, un poco spaventati dalla enorme differenza di prezzo con i prodotti naturali. Esiste tanta confusione anche perché in Italia non esiste una legge che vieti di utilizzare la parola “bio” anche su prodotti o all’interno dei nomi dei marchi che di Bio non hanno nulla. Ho ancora in negozio qualcosa dei vecchi marchi che trattava mio padre, ma fortunatamente ora occupano un piccolo spazio all’interno del negozio. Sto cercando sempre di più di promuovere una scelta più consapevole, e sono contenta di vedere che rispetto agli anni passati la clientela risponde bene a questo stimolo, sperando non sia solo una questione di moda.>>
-Hai un progetto nel cassetto?
<<Si, volermi espandere sempre di più. Se ricordi bene, il primo negozio, quello di mio padre, si trovava in una zona molto “di periferia” e non era un locale molto grande, che permetteva di introdurre tante referenze. Ora che mi sono spostata in un locale più spazioso, ho modo di dare più alternative alla mia clientela. Il mio sogno più grande sarebbe poter aprire un enorme locale del Bio, una specie di enorme supermercato, dove puoi trovare qualsiasi tipo di referenza, dall’azienda più famosa alla piccola azienduccia appena nata e poco conosciuta, per poter promuovere sempre più una realtà più green. E’ un sogno che non so se riuscirò mai a realizzare, anche perché tutto dipende in buona parte dall’interesse del catanzaresi verso il mondo del Bio e si sa, la maggioranza è composta da gente che non accetta da subito le grandi novità, quindi bisogna aspettare.>>

 

-Quali sono le difficoltà che ogni giorno riscontri come negoziante e come hai deciso di arginarle?
<< Le difficoltà che riscontro ogni giorno sono tantissime. Prima di tutto quando devo approcciarmi con le varie aziende, perché tempo fa esisteva la figura dell’agente, ora invece tutto viene svolto con il contatto diretto con l’azienda ma alle volte è difficile; ci sono aziende che non comunicano affatto, non ti seguono, non stipulano un vero e proprio “rapporto” se non la comunicazione diretta al solo fine della rivendita. Ho deciso di rivendere e “mandare avanti” solo quei marchi che mettono anche “sentimento” dietro tutto il loro lavoro, guardo tutta una serie di fattori: ingredienti, scelta etica, eventuali certificazioni, come si approcciano con il rivenditore, la tipologia di assistenza e comunicazione, condizioni contrattuali che tendono a tutelare anche il negoziante.
Secondariamente, sto notando che molti brand stanno penalizzando il negozio fisico per promuovere blogger e negozi online: molte volte una blogger conosce le novità prima che lo sappia il commerciante e, se ha molta influenza, nel momento in cui va a promuove il prodotto e lo recensisce come valido, riesce a spostare una buona fetta di utile all’azienda più di quanto non riusciamo a fare noi piccole realtà.
Alcuni marchi pur di farsi conoscere e rivendere, diventano un vero controsenso, si vendono al mercato adottando il detto “nel bene e nel male, purchè se ne parli”. Non condanno questa scelta, perché alcune volte la promozione viene accompagnata da alcuni messaggi forti ed attuali: non guardo allo scandalo o al pettegolezzo spicciolo, ma alla scelta dell’azienda di mantenere sempre alta la qualità nei loro prodotti e continuare verso un’etica biologica, ecosostenibile e certificata.>>
-Le persone che ti stanno vicino hanno da sempre avuto la tua stessa passione per la cosmesi naturale oppure hai dovuto fare tu un lavoro di “conversione”?
<<Mio padre all’inizio non credeva nel Bio e non credeva nella mia scelta. Esordiva sempre, con il tipico pensiero dei commercianti dei suoi tempi abituato ai prodotti economici, con “Una matita occhi 5 euro, uno shampoo 12 euro, non li venderemo mai…!!!”, però poi dopo un pò di tempo ha smesso di pensarla così ma anzi si era anche a modo suo adattato e convertito a questa nuova “tendenza”, perché se la cliente la assisti e le spieghi anche la differenza, si instaura un rapporto di fiducia prima verso di te e successivamente verso quello che rivendi e la aiuti cosi' anche a stare meglio. E’ bello fare vendita consulenziale, con la scusa instaurare nuove amicizie.
Papà si era convertito anche perché lui stesso molte volte provava i cosmetici naturali e riscontrava dei benefici; per dirla come lui “Lo sai che quel nuovo bagnoschiuma tuo mi ha lasciato la pelle davvero morbida, come un velluto…?!?”. La scelta di voler utilizzare prodotti Bio non è solo voler seguire la moda, ma è una scelta di consapevolezza. Per fare un altro esempio, anche mia sorella non aveva adottato questo pensiero consapevole, per convertirla ho impiegato anni, anche perché dovevo cercare di fare breccia in una mente abbastanza piena di pregiudizio. Le ho fatto provare la differenza tra l’utilizzare una crema siliconica o una a base di ingredienti naturali. Ora lei, come me, non riesce a tornare indietro. Ha capito che spendi tanto all’inizio ma è solo apparenza perché l’impatto ambientale con un prodotto Bio è minore anche perché il vantaggio di scegliere Bio copre molti aspetti: hai meno irritazioni, capelli più sani, pelle più luminosa e meno rischio di allergie, contribuisci ad inquinare di meno e sai che spesso e volentieri gli ingredienti utilizzati hanno una certificazione e sono controllati, oltre a non essere testati sugli animali. Ho convertito anche mio marito al Bio ed il pensiero ecosostenibile è talmente radicato in me da adottare questa consapevolezza e questa attenzione in qualsiasi aspetto della mia vita.>>
-Qual è la frase che ripeti sempre ogni giorno e l’idea che ti fa sempre riscegliere il mondo del Bio?
<<Un poco sono stata anche influenzata dal mio passato da scout. Ho sempre avuto questo amore per la natura e questo rispetto per il mondo che mi circonda, quindi sono dell’idea che se rispetti la natura, indirettamente rispettando lei rispetti anche te stesso. Mi dico sempre “lascia il mondo sempre meglio di come l’hai trovato”, un poco come nel suo piccolo cercava sempre di insegnare B. Powell nei suoi libri diretti ai giovani esploratori. Qualsiasi cosa io faccia, penso sempre a questo, a rispettare quello che mi circonda e, se posso, rendere il posto migliore di come l’ho trovato. La mia scelta del Bio è coerente con quello che sono e quello in cui credo fino alla fine.>>
Ciò che apprezzo di Sabrina, tra una chiacchiera e l’altra, è che il tempo vola senza che tu possa rendertene conto. Ogni volta che ho bisogno di qualcosa, mi rivolgo a lei. Nel mio piccolo cerco sempre di supportarla, anche aderendo alle sue iniziative in negozio, progetto che lei ha iniziato da poco per cercare di coccolare la clientela e farla sentire a casa. Con la sua competenza e passione, penso che Sabrina sarà capace di cambiare tante cose nella nostra città e forse anche a rendere più consapevole Catanzaro stessa.

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